Vieste, 25-27 maggio 2017. Sarebbero 300milioni le persone nel mondo che ad oggi soffrirebbero di asma. E 80milioni, le persone affette da Bpco (Broncopneumopatia cronica ostruttiva) di grado moderato e severo. Le malattie respiratorie costituiscono un importante problema di salute pubblica perché rappresentano (comprendendo il cancro del polmone), la seconda causa di morte a livello mondiale e sono, con ogni probabilità, molto più diffuse di quanto riteniamo a causa dell’elevata percentuale di sottodiagnosi presente al momento attuale.
Le prospettive per il futuro indirizzano poi verso un ulteriore incremento della loro prevalenza per l’aumento dell’età media della popolazione e per le conseguenze della diffusione dell’abitudine al fumo, al punto che la sola Bpco sarà, già nel 2020, la terza causa di morte nel mondo. Nell’ambito della riabilitazione del paziente con disabilità respiratoria è sempre più frequente dover gestire pazienti complessi con polipatologie e comorbilità che complicano il percorso riabilitativo e rendono necessario un approccio interdisciplinare e multiprofessionale alla persona disabile. Nella appropriatezza di trattamento vanno inclusi anche tutti gli elementi che concorrono a migliorare la compliance al trattamento stesso e tutti i fattori che facilitano la creazione di una filiera ospedale-territorio.
L’asma grave ricorre in circa il 10% dei pazienti asmatici, percentuale non trascurabile per le implicazioni terapeutiche e prognostiche che essa ha. Inoltre, poiché questi pazienti presentano marcate difficoltà di trattamento e una maggiore frequenza di riacutizzazioni, il problema ha anche delle serie connotazioni di ordine sociale ed economico. L’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza e l’aggravamento di malattie respiratorie, specie croniche come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva, attraverso fattori flogistici e alterazioni della meccanica respiratoria. La nascita e soprattutto la diffusione delle terapie intensive respiratorie ha permesso agli pneumologi di dotarsi di un un’arma in più per il trattamento della grave insufficienza respiratoria. Negli ultimi anni, ha avuto sempre maggiore estensione e perfezionamento anche lo studio endoscopico ed ecografico della pleura, metodiche ormai insostituibili nelle pleuropatie a decorso prolungato e/o di incerta diagnosi.
Le pneumopatie infiltrative diffuse sono un gruppo di malattie molto esteso, di cui alcune a patogenesi nota, come le pneumoconiosi, altre di origine sconosciuta come la sarcoidosi e le polmoniti interstiziali, di cui la più frequente e severa dal punto di vista prognostico è la fibrosi polmonare idiopatica (Ipf) con corrispettivo anatomopatologico di forma usuale (Uip). In particolare nella Ipf sono stati nel tempo testati vari farmaci e diversi schemi terapeutici ma gli effetti della terapia rimangono tuttora poco soddisfacenti.
Nonostante si siano registrati grandi progressi nelle modalità di erogazione e di assunzione dell’ossigeno, permangono alcuni quesiti non risolti riguardo l’utilità e l’efficacia nel lungo termine della Olt nei pazienti con insufficienza respiratoria limitata al periodo del sonno e durante esercizio fisico o con ipossiemia non critica.
È pertanto utile non perdere occasioni per delineare la storia naturale della Tubercolosi nelle sue varie tappe che sostengono lo sviluppo fino alla evoluzione verso la malattia, ma anche per conoscere la situazione epidemiologica globale e locale insieme con le misure di controllo proprie delle varie realtà.
Il cancro del polmone per la sua incidenza, per la frequente tardività della diagnosi e la conseguente prognosi infausta, è considerato uno dei big killer in pneumo-oncologia: ogni anno in Italia si ammalano oltre 28mila persone e si stima che altrettanti siano i decessi, vale a dire il 20% di tutte le morti per cancro in Italia.
A Vieste, la pneumologia incontra gli specialisti in altre branche e le altre figure professionali, nello spirito che è insito nell’Aimar (Associazione scientifica interdisciplinare per lo studio delle malattie respiratorie), affinché assieme si concorra alla gestione di pazienti molto complessi quali sono quelli affetti da patologie respiratorie.
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